Cresce la fame energetica di industrie, elettrodomestici, aria condizionata e data center. Ma le rinnovabili avanzano, pronte a spodestare il carbone tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026.

Pubblicato l’Electricity Mid-Year Update della IEA
Non toccherà i picchi del 2024, ma nei prossimi due anni la domanda elettrica mondiale continuerà a crescere a ritmi doppi rispetto a quelli dell’ultimo decennio. Una corsa in avanti trainata da vecchie e nuove voci di consumo in un panorama in rapida mutazione. La buona notizia? A saziare la nuova fame energetica -vale a dire la quota in più prevista per il 2025 e il 2026 – saranno quasi esclusivamente fotovoltaico ed eolico.
Lo riporta il nuovo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), l’Electricity Mid-Year Update, analizzando gli ultimi sviluppi nelle principali economie, tra cui Cina, Unione Europea, India e Stati Uniti. E fornendo un monitoraggio aggiornato delle emissioni e dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità nei mercati di tutto il mondo.
Vediamo da vicino le ultime tendenze e le prospettive per il futuro a breve termine.
La domanda elettrica nel mondo 2025-2026
La IEA prevede che la domanda globale di energia elettrica aumenterà del 3,3% nel 2025 e del 3,7% nel 2026, nonostante il rallentamento dell’attività economica. A conti fatti, dovrebbe passare dai 30.856 TWh del 2024 a quasi 32.000 TWh nel 2025, per poi aggiungere circa altri 1.100 nell’anno successivo.
Parte della spinta arriva direttamente dalle nuove esigenze di raffreddamento, soprattutto a livello abitativo. Il crescente ricorso all’aria condizionata in un clima che va rapidamente scaldandosi ha un peso specifico sui consumi globali, nonostante si tratti di una soluzione non accessibile a tutti. Ma a fare da traino è anche il fabbisogno industriale, l’espansione dei data center e la progressiva elettrificazione dei consumi.
La nota positiva è che nello stesso periodo la crescita delle rinnovabili dovrebbe poter coprire oltre il 90% dell’aumento della domanda elettrica globale. L’Agenzia stima che la produzione combinata di eolico e fotovoltaico nel mondo, dopo aver superato la soglia dei 4.000 TWh nel 2024, andrà oltre i 5.000 TWh nel 2025 e i 6.000 TWh nel 2026.
Non solo. “Secondo le nostre previsioni, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili supererà quella da carbone”, scrive la IEA. “A seconda dell’andamento meteorologico e degli sviluppi economici, si prevede che la produzione da carbone sarà superata da quella da fonti rinnovabili già nel 2025 o al più tardi entro il 2026. Dopo questo traguardo, la quota del carbone nella produzione totale scenderà al di sotto del 33% per la prima volta in un secolo”.
Tuttavia, le rinnovabili non saranno le uniche tecnologie a crescere. Il report stima un aumento dell’1,3% per la produzione globale di energia a gas e un più 2% per quella nucleare nel periodo 2025-2026.

Gli effetti della domanda elettrica mondiale sulle emissioni
Come si traduce a livello climatico questo aumento della domanda elettrica nel mondo? Gli analisti dell’Agenzia ritengono possibile che le emissioni globali di anidride carbonica derivanti dalla produzione di elettricità raggiungano un plateau quest’anno, per poi calare leggermente nel 2026.
“La rapida diffusione delle energie rinnovabili sta limitando l’aumento della produzione di energia da combustibili fossili, ma condizioni meteorologiche anomale – come intense ondate di calore, ondate di freddo o precipitazioni inferiori alla media (che incidono sulla produzione idroelettrica) – possono portare a fluttuazioni nei livelli di emissioni da un anno all’anno. Gli sviluppi in Cina, dove avviene oltre la metà della produzione elettrica mondiale a carbone, possono influenzare significativamente le tendenze globali”.
I prezzi dell’energia elettrica nel 2025
Altro tema caldo: i prezzi medi all’ingrosso dell’elettricità. Nella prima metà di quest’anno sono aumentati su base annua in diversi mercati. In particolare, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti sono cresciuti di circa il 30-40%.
Nel dettaglio, nel Blocco si sono attestati su una media semestrale intorno ai 90 dollari/MWh, a causa dei prezzi del gas naturale in crescita del 20% e del costo delle quote di emissione di carbonio aumentato a circa 70 euro/t CO2. Sui rincari ha inciso anche la minore produzione elettrica da parte di eolico e idroelettrico.
In compenso, i prezzi negativi stanno diventando sempre più comuni in molti mercati comunitari. La quota di ore con prezzi negativi sul mercato all’ingrosso ha raggiunto l’8-9% nella prima metà dell’anno in paesi come Germania, Paesi Bassi e Spagna (in aumento rispetto al 4-5% dello scorso anno).
Nello stesso periodo i prezzi elettrici all’ingrosso di paesi come India e Australia sono diminuiti di circa il 5-15% nel 2025 rispetto all’anno precedente.


La IEA prevede che il prezzo medio nell’UE quest’anno sarà circa il doppio di quello degli Stati Uniti e circa il 50% superiore a quello della Cina. Gli ultimi prezzi dei futures nell’Unione Europea si attestano in media a 80 dollari/MWh per il 2026, indicando un calo di circa il 15% rispetto al 2025.